mercoledì 9 novembre 2011

Se potessi aver vent'anni...

Quante volte sentiamo persone sugli "anta" sospirare con occhi sognanti per poi uscirsene con un "Aaaaah, se potessi tornare ai tempi del liceo!"?
Ecco, io personalmente tante, troppe.

Perchè ora, sarà che sono di parte, sarà che il mio innato masochismo mi ha portato a scegliere una scuola che a detta di tutti è "ammazzavitasocial..ehm volevo dire, impegnativa!" ma io, se fossi stipendiata, al liceo non ci ritornerei manco morta.
Il fatto è che, superata una certa soglia, che si aggira circa in quel periodo di "sono 30 anni che lavoro eccheduppalle",  inizia il dolce ricordo della scuola. Quello bello. Quello degli amici, delle serate, della giovinezza.


"Oddioooo, ma ti ricordi quella volta che ci è caduta la palla da rugby nel fiumiciattolo del cortile e ci siamo messi a scommettere se arrivava prima lei o la paperella?"
"Nooo, ma che scherzi certo!! Oh perchè, quando gliel'abbiamo fatta sotto gli occhi a quella di inglese, eh?!"

Sì, ehm, ma ecco...

"Beh beh e la preside te la ricordi? Maaamma che brutta donna! C'aveva 'sti capelli orribili che ogni volta che la guardavi ti chiedevi se assomigliava di più ad un barboncino o a Bob Marley!"
Ok, va bene, però...

"Ahah! Hai proprio ragioooneeee! Ma scusa e ti ricordi quella di matematica con il naso che faceva provincia?"
"E quella di geografia con l'ascella pezzata!"
"Ah sì, e le barzellette sconce di quella di francese!" 
Scusate...
"E andare a fare educazione fisica fuori al freddo!"
"...la battaglia a palle di neve in giardino!"
" ...gli esperimenti di chimica!"
"...le cene di classe!!" 

Ok, ora basta, basta STOOOP.
Sì, ci sono le cene di classe, le risate col compagno di banco, il profesore goffo e la preside con uno scopino in testa ma ci sono anche la fatica ed i pomeriggi di sole passati davanti ad un libro con in copertina dei ragazzi che giocano gioiosi e giulivi nel parco mentre ti sorridono beffardi. Ed il parco è di quelli con l'erbetta all'inglese e un pout pourri di flora e fauna che farebbe concorrenza a Central Park, mica come quello che hai sotto casa con le giostrine tempestate di scritte oscene in verde fluo.
"Guarda 'sto povero sfigato", è il messaggio chiaro che ti manda quest'allegra combriccola dalla sua oasi verde. Embè? Mi sto acculturando,io. Guarda questi che perdigiorno. Guarda cosa fanno. Guarda come si stanno divertendo e quanto bello è quel posto e oooh, ma sullo sfondo c'è Londra!

Sì perchè ogni tanto la voglia di prendersi un attimo per sè è forte.
Mentre andare a scuola implica anche stare in una classe 35 ore a settimana, la delusione per un compito andato male, lo stress perchè "questa settimana ho 5 verifiche, 4 interrogazioni e una tesina su Aristotele", l'ansia nel momento topico in cui la prof scorre quel dito per attimi interminabili fino a quando...sì, quello che senti è proprio il tuo nome.
Vi prego, ricordatelo quando state proprio per sospirare, almeno vi risparmierete lo sguardo gelido di un'altro studente sull'orlo di una crisi di nervi.




4 commenti:

  1. Ninni, mi dispiace contraddirti.
    Anche io la pensavo proprio come te, ma ora che ho finito gli studi e lavoro, posso dirti che non è cambiato niente e non è neanche detto che tu venga davvero pagata (che è la cosa avvero più frustrante).
    Potrei prendere la tua frase e cambiarla sulla mia vita:

    Mentre lavorare implica anche stare in ufficio 40 ore a settimana più gli straordinari per 12 mesi l'anno, la delusione di aver fatto male un lavoro che ti era stato affidato, lo stress perchè "questa settimana ho 5 riunioni da preparare, 4 aggiornamenti al capo e un'approfondimento, l'ansia di quando scoprono un'errore e a ben guardare è proprio colpa tua...

    Ninni, dopo, l'ansia e lo stress sono sempre gli stessi (io mi sento ancora come in IV ginnasio, mi dispiace...), ma la cosa bella è che sei padrona della tua vita. Se sei capace di prenderla in mano e non avere paura.

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  2. Quello che hai scritto è giustissimo, so che quando uscirò da quella scuola il mondo che mi aspetta sarà sempre più duro, già solo il pensiero dell'università mi spaventa.

    Solo che molto spesso mi innervosisco quando mi viene detto "Ma di cosa ti lamenti, studiare è molto meglio".
    Certo non metto in dubbio che studiare qualcosa che piace possa essere interessante, ma bisogna valutare molto anche i tempi
    e i risultati richiesti dagli insegnanti, che molto spesso assomigliano in tutto e per tutto a quelli di un lavoratore.

    Spero che tutto ciò che sto facendo ora possa servirmi per costruire il futuro che voglio ed è questo che mi motiva più di ogni altra cosa. :)

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  3. Ogni fase della vita ha i suoi pro e contro. Una cosa è avere dei bei ricordi, un'altra è avere rimpianti. Bisogna godersi i pro del momento e cogliere le occasioni cercando di fare le scelte giuste che da giovani non sono poi così chiare.
    Altrimenti ti ritrovi con un lavoro che non ti piace (e già sei fortunato visto che tanta gente nemmeno trova il lavoro)e con una paga deludente. Ti accorgerai che erano bei tempi quando era una professoressa a starti con il fiato sul collo invece che una banca!

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  4. Ciao! Passavo di qua per caso e ho scoperto un blog carino!
    Ti scrivo perchè ci stavo giusto pensando poco fa. Sai qual'è la differenza tra scuola e lavoro? Che a scuola se ti dai da fare vieni premiato (un bel voto). A lavoro è tutto dovuto, e fai di più o se fai particolarmente bene qualcosa generalmente non ti senti nemmeno dire "brava" o "grazie". E' questo che a volte porta a dire che si stava molto meglio prima, e che voi studenti siete fortunati. Anche se la mole di lavoro e il carico di stress sono simili.
    A presto!

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