giovedì 10 maggio 2012

God save the queen!

Ebbene sì, esisto ancora!
Allora, so che vi avevo promesso una scoppiettante novità, ma sono un pochino in ritardo sulla tabella di marcia.
Ordunque, per il ponte del 25 aprile/1 maggio il mio papi ha deciso di fare una cosa dolcedolce  e regalare alla mami per il 29 anniversario un bel viaggetto a Londra a sua insaputa!
Ora, che c'entro io in questo quadretto idilliaco?
Si dà il caso che io sia l'unica nella mia scoppiettante famiglia a sapere l'inglese decentemente (ettecredo! Fai il liceo linguistico!).
Infatti la situazione english nella mia casa è questa: la mami l'ha studiato a elementari e medie, forse pure superiori ma si parla di più di 30 anni fa; il papi non l'ha mai saputo, dal momento che quando era ancora uno scolaretto alternativo ha deciso di imparare il francese; il Taddo parla inglese come uno del burundi potrebbe parlare tedesco, una pronuncia che nonsepòsentì!
Ergo, anche se era il viaggetto di anniversario, si sono dovuti portare dietro anche la pupa che era l'unica che se la poteva sbrigare con i British.


Bene, non so nemmeno da che parte cominciare a raccontare quest'esperienza.
Davvero, in quattro giorni sono successe talmente tante cose che scriverle tutte sarebbe lunghissimo.
Potrei cominciare col dire che parlare con i Londinesi madrelingua è una cosa terribile, dovrebbero darmi il diploma ad honorem solo per questo.
Comunque, volendo fare il confronto con altri abitanti di metropoli, tipo i Parigini, devo dire che sono di granlunga più disponibili e cordiali. Il che aiuta, ammazza se aiuta.
Ecco, l'unico gran spiritosone l'abbiamo trovato all'aeroporto.
Situazione: aeroporto Gatwick, ansia da arrivo valigia, la mia rosashoking arriva mentre quella dei miei no.
In un tempo stimabile all'incirca intorno ai 3 minuti ho visto la faccia dei miei passare da tranquilla, adessoarriva, daichearriva, cazzoesenonarriva?, ohmerdapropriolanostranonarriva, fino all'exploit  quando, ormai nel panico, hanno sentenziato "Vai dal tizio e chiedi cosa bisogna fare per le valigie smarrite" con inclusi sottotitoli che dicevano "merdamerdamerdamerda".
Dunque mi avvicino al bancone della British Airways pensando che non sarà la situazione migliore per fare conversazione, e il discorso si sviluppa così:
Buongiorno, abbiamo perso una valigia.
Oh, davvero?! Mmh, non dev'essere un buon inizio eh?
Senti abbello non facciamo umorismo inglese eh.
Insomma, com'era la vostra valigia?
Grande come questa, rossa e blu.
Ce n'erano altre che ci assomigliavano?
Ehm, no non mi pare, non credo...
Aaaah, non creeedi...mmh... 
Insomma, tra una battuta di english humor e una (ok, molteplici) gaffes linguistiche, siamo riusciti a capire che la nostra valigia si era solo banalmente incastrata, ma che era arrivata a destinazione!

Questi cosottini mi hanno rubato
il cuore *-*
Per il resto del soggiorno tutto è filato liscio bene o male, sopratutto il mo inglese si è sviluppato molto nel campo pranzo-cena-chiedigeneralmentecibo.
Comunque Londra mi ha lasciato a tratti sopresa, estasiata, spaventata.
E' una grande città e come tutte piena di vita e di gente di ogni tipo, ma veramente OGNI tipo, per esempio abbiamo trovato gli hare-krishna che cantavano per la città o tizi con dubbio tasso alcolico vestiti da animali nella metro...però per questo mi piace: si vede di tutto.
D'altra parte è una città dai mille volti: il suo grigiore è ciò che mi ha spaventato, perchè era un grigiore persistente non solo nel tempo autunnale benchè fosse primavera, ma anche nei volti di lavoratori stanchi col pranzo sulle ginocchia e delle vie perennemente bloccate in un infinito ingorgo.
Però era un gigiore che poteva essere spazzato via in un istante.
Basta addentrarsi in Convent Garden e lasciarsi trasportare dalla magia degli artisti di strada e dei negozzietti di cupcakes rosa e zuccherosi per dimenticarsi dei volti tristi visti poco prima sulla metro, o ancora, scoprire girando a caso Carnaby street, le sue case a gratticcio e la sua "carnaby book exchange", così come gironzolare per le molteplici bancarelle di Portobello Road tra case color pastello e abiti vintage.


Ti scoprirai ad avere un sorriso sulle labbra, perchè Londra ha così tanti volti che sicuramente ce n'è uno simile al tuo.
E insomma, l'ho trovata una città controversa, ma che nel complesso mi ha affascinato, forse perchè, essendo l'unica che doveva parlare, ho avuto un contatto più diretto e l'ho vissuta più di altre, o semplicemente perchè inizio a vedere le cose con uno sguardo più attento e adulto.
Dopotutto questi strambi inglesi avranno anche una regina che veste in giallo e la guida dal lato sbagliato, ma su tante cose ci hanno visto proprio giusto.




P.s: Tutte le foto presenti in questo post eccetto la prima sono personali. Vi chiedo la cortesia di non copiarle.

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